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Arrigo Quattrini
Trent'anni di Gatti Piccinini
Viviamo tempi molto difficili, pieni soprattutto di fragilità. Come è sempre successo anche in tempi migliori, purtroppo la prima a farne le peggiori spese, in tutte le sue diverse articolazioni, dalla musica alla tutela del patrimonio artistico, è la cultura, sempre considerata nel nostro Belpaese come Cenerentola, se non peggio.
Mai che un governo, di qualsiasi livello e parte, abbia dato - al di là di dichiarazioni e annunci alle televisioni - tangibile dimostrazione di non considerare la cultura come un peso da sopportare quasi con fastidio. Bisogna resistere e poi ancora resistere, e affidarsi a sporadici operatori che qua e là continuano a impegnarsi come se il contesto in cui operano fosse diverso o almeno sufficiente. Infatti stiamo per parlare di una nicchia della storia e dell'attualità del mondo più vasto dell'arte, che in questo scorcio di anni del nuovo millennio è stata particolarmente maltrattata e negletta: per dirla in generale, si tratta della stampa originale d'arte, che ha subito ripetute offese, anche da chi avrebbe dovuto e potuto difenderla. Proprio nelle piccole nicchie, spesso sconosciute o abbandonate, si trovano valori importanti e resistenti.

Ecco dunque la piccola buona notizia, dalla provincia, ma non provinciale: il Laboratorio d'Arte Grafica di Modena compie i suoi primi trent'anni di vita e per festeggiarli, manco a dirlo, s'impegna in una serie di nuove fatiche che lo porteranno a cominciare alacremente il secondo trentennio.
Cinque mostre per due, dunque dieci: cinque collettive, a testimoniare la lunga militanza nella stampa d'arte di qualità, nella sede che da qualche anno è stata ampliata con una sala di esposizione; accompagnate da cinque personali monografiche, ciascuna aperta nello stesso giorno con doppia inaugurazione. I cinque prescelti sono rappresentativi non solo della modenesità, ma del livello di popolarità del Laboratorio: Joe Tilson, Davide Benati, Giuliano Della Casa, Mimmo Paladino e Wainer Vaccari: saranno allestite a rotazione in uno spazio a poche decine di metri dal Laboratorio, appositamente predisposto per l'occasione, dall'autunno prossimo alla fine di gennaio 2010.

Adesso che la stanno restaurando e che le impalcature sono avvolte da un "velario d'artista" e non da un'anonima rete, per i cittadini modenesi è facile parlare della loro Ghirlandina e - a seconda dei pareri - andar fieri o storcere un po' la bocca, parlando dell'opera di Mimmo Paladino. Ma l'artista a Modena non arrivò per la Ghirlandina, bensì per due operatori culturali della città: erano e sono la galleria di Emilio Mazzoli e il Laboratorio d'Arte Grafica dei coniugi Gatti. Ma se trent'anni vi sembran pochi, allora vi diciamo che il sodalizio dei coniugi Roberto Gatti ed Anna Maria Piccinini è cominciato molto prima del Laboratorio, e precisamente sui banchi galeotti dell'Istituto Statale d'Arte Venturi.
Nato con un solo torchio a braccia nel 1979, oggi può vantare, oltre a quello, la presenza di diverse macchine, un Paolini a motorizzazione elettrica, un torchio calcografico francese di forma splendida, due torchi litografici a stella italiani ed uno grande tedesco; la collezione di pietre litografiche arriva a 400, di varie dimensioni, fino al 100 x 70, messe insieme nel tempo da varie provenienze. Qui sono già stati tirati fogli lunghi due metri.

"La passione per carte e inchiostri iniziò molto presto" ci ha raccontato un giorno Roberto Gatti "subito dopo la maturità, quando acquistai il primo torchio a braccia insieme ad un amico: cominciammo a graffiare lastre, mescolare inchiostri, maneggiare punte e acidi per divertimento e per curiosità, nella classica cantina di casa, eravamo giovani e non immaginavo che quell'iniziale passione potesse trasformarsi e diventare così importante da costituire l'impegno ed il lavoro esclusivo della vita... Ricordo l'emozione dei primi contatti con artisti ‘importanti', tra i più stimati in quel periodo, anche se diversi e con diverse storie personali e partecipazioni. Furono anni fecondi di scoperte e di conoscenze, non sempre fortunati, ma sempre preziosi sì, tanto che li ricordo ancor oggi e spesso con piacere. Come ricordo con gratitudine, oltre le esperienze del lavoro, l'amicizia profonda avuta con alcuni di loro, per esempio Enzo Trevisi, mio insegnante prima ed amico poi, con altri come Zanfrognini e Candi, per citarne solo alcuni, e soprattutto però il mio grande sodalizio con Raffaele Biolchini".
Nel 1985 la stamperia sospese per breve tempo l'attività per poi riprenderla, solo con Gatti; ripresero i contatti con gli artisti e poco per volta le collaborazioni si moltiplicarono: per ricordarne solo alcune con Franco Vaccari, Della Casa, Andreina Bertelli, Cremaschi, Wainer Vaccari, Benati... Gli stimoli non sono mancati e non mancano, piuttosto il mercato non sempre offre le possibilità per realizzare i progetti desiderati.

Negli anni recenti Paladino è tornato sempre più spesso a Modena e qui sono nate due sue grandi opere siglate Editalia, Don Chisciotte e Ombre; poi è arrivato Joe Tilson col quale si è creata un'intesa confidenziale e complice, tanto che qui nascono i suoi lavori su carta editi dallo specialista Alan Cristea di Londra. è stata una sorta di voglia di libertà, di riuscire a creare senza restrizioni e condizionamenti, a spingere Gatti & Piccinini verso l'attività editoriale anche propria: così - dicono - anche gli artisti possono ideare e seguire passo dopo passo la realizzazione integrale, dall'ideazione alla scelta delle carte, dei caratteri, degli inchiostri ed ovviamente vedere l'evoluzione mutabile dei loro lavori anche durante la stampa.

Dietro una stampa originale c'è il rispetto di tante regole, c'è qualcosa di studiato e provato a lungo, un impegno che ha una valenza ed un costo diversi dal valore della firma sul foglio: ecco, nell'atelier della stamperia si può vedere e misurare direi tutto quanto di laborioso c'è dietro il foglio asciutto e pronto... Non si tratta di un prodotto d'arte di serie B, come forse da giovani pensavano sbagliando e ora ammettono con serenità, ed è stato molto grave che qualche anno fa in televisione le litografie d'arte siano state superficialmente denigrate come tutte false in quanto riprodotte in tante copie; la storia bicentenaria della litografia testimonia che c'è ben altro da dire e da vedere nel mondo delle stampe originali: il Laboratorio d'Arte Grafica di Modena vive e lavora per poterlo dimostrare anche in futuro.


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