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Ferdinando Scianna
Il miele degli inchiostri.
Non ho una grande passione per gli esperti. Forse perché mi considero inesperto in quasi tutto. Gli appassionati sì li amo, a condizione che non siano pedanti.

Non esperto, dunque, ma, da moltissimo tempo, sono un appassionato di grafica, e specialmente amo la tecnica dell'acquaforte.

Il virus me lo passò Leonardo Sciascia e da allora lo coltivo insieme a un certo numero di amici che tutto desiderano fuorché guarirne.

Forse è una questione di odori. Assieme agli odori acidi della camera oscura, in pochi anni diventata quasi archeologia del mio mestiere di fotografo, gli odori che più mi inebriano sono quelli delle tipografie e delle stamperie d'arte.

Al Laboratorio d'Arte Grafica di Modena sono arrivato attraverso il mio amico Mimmo Paladino, che dei Gatti marito e moglie parla come di parenti, direi, con quella complicità e affetto che gli artisti hanno con gli artigiani che sono i mediatori necessari delle loro invenzioni.

Artigiani nel senso nobilissimo con cui questo mestiere è praticato nella meravigliosa stamperia di Modena.

Ho già scritto da qualche parte che per me assistere ai vari passaggi artigianali, lenti, avventurosi, attraverso i quali nasce una stampa, dove entrano in gioco acidi, inchiostri, carte, gesti esatti, antichi, codificati ma mai perfettamente uguali è come assistere a una messa, un rito di rivelazione.

L'idea dell'artista, i segni che la sua mano traccia sulle lastre, sono come una partitura musicale che per essere visibile, condivisa, ha bisogno del complesso e sapiente ponte di interpretazione dello stampatore, fino al momento magico in cui, dopo essere passato al torchio, il foglio, fecondato dall'inchiostro, delicatamente separato dalla lastra, rivela per la prima volta la sua natura di immagine, forma, idea comunicabile.

Interpretazione, mai mera, neutra esecuzione.

Nella stamperia di Modena, dove l'ordine, l'esattezza non nascondono mai il fervore, la passione per l'arte, al cui servizio viene sapientemente messa la tecnica, Anna Maria e i ragazzi che lavorano con lei li vedi come api operose, affaccendate a distillare il miele della bellezza.
Del resto, non al mero lavoro di stampa si è limitata in questi trent'anni l'attività della stamperia.

Il Laboratorio, appunto, è diventato un luogo di diffusione, di difesa, di salvezza, se si vuole, di questa pratica così antica e pure così necessaria se vogliamo continuare a produrre e godere di immagini che, nelle mani di veri artisti, soltanto attraverso questa specifica tecnica possono produrre risultati nuovi, ma degni di una tanto prestigiosa tradizione.

L'azione didattica, l'attività di centro di coagulo del lavoro e di sperimentazioni di artisti dell'area modenese come di artisti di celebrità internazionale si coniugano perfettamente con le iniziative editoriali in proprio del Laboratorio come di quelle cui viene prestato il prezioso contributo di competenza tecnica, storica e culturale.

Trent'anni di passione e i grandi risultati che hanno dato alla stamperia prestigio nazionale e internazionale giustificano una degna celebrazione.

Tanto di più che il mondo seriale, di massa, troppo spesso mediocre, nel quale, forse inevitabilmente, viviamo, rende ancora più preziosa questa tenacia, ancora più ammirevoli, quasi eroici, i notevolissimi risultati ottenuti.

Oltre alla simpatia, all'amicizia, all'affetto che così spontaneamente suscitano i cari Gatti, si aggiunge dunque la gratitudine.


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